alba a pierino

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martedì 6 aprile 2010

giorno di festa in città

Lunedì dell’Angelo, ieri.
Sono state tante le cose viste e fatte, e i cambiamenti di programmi, e gli obiettivi improvvisati, e le idee… Che nel blog è rimasto un buco, e me ne sono accorto solo stamani.
Ieri, come spesso mi capita di fare, mi sono chiesto, e mi chiedo, se è perché non riesco a ricordarlo, o è davvero come penso, che io rispetto a mia figlia, ho l’idea di avere ricevuto, da parte dei miei genitori, una partecipazione molto diverso nel rapportarmi nei confronti del mondo, dalla partecipazione che io credo di fornire a lei.
E’ chiaro, naturale, e comprensibile che si tratta di altri tempi, di altre disponibilità di informazioni ed occasioni.
Di un altro contesto sociale, economico ed anche culturale.



Io appartengo ad una famiglia contadina, di emigranti dalle montagne delle Marche, venuta in Toscana per migliorare la propria vita. Ma chissà se i miei genitori avevano una cognizione di quale vita poteva essere migliore per loro.
Inizialmente mio padre non aveva seguito il nonno e gli altri fratelli nella scelta di venire in Toscana. Si era sposato da poco, ed aveva un podere, a mezzadria, che lavorava da solo. Di sei fratelli e tre sorelle, era stato il primo ad andarsene dal podere dove faceva il mezzadro il mio nonno. Due altri fratelli si erano sposati, ma erano rimasti “in casa”.
Per il mio nonno lasciare quel piccolo podere di montagna era una necessità. Già venire in Toscana, pur a fare il mezzadro, era la possibilità di “una vita migliore”. Il podere era più grande e fertile…
Era il 1956.
Mio padre raggiunse i sui fratelli 12 anni più tardi. Nel frattempo erano nate le mie due sorelle ed io. Mio padre, nel frattempo aveva lavorato il suo piccolo podere, e con intelligenza pratica faceva anche tanti altri lavoretti stagionali. Sapeva uccidere, spezzare e lavorare il maiale, e si era fatto una clientela fissa. I maiali li allevava in proprio, ma andava anche a “fare la pista”, a lavorarli a casa di altri.
Faceva anche il selezionatore e del pulitore di cereali, svecciava e ventilava il grano da seme. E faceva anche dei piccoli lavori di falegnameria, come cesti, scale, ma anche botti e mastelli, carriole e carretti.
Chissà quanto ci avrà pensato, e quanto e come ne avrà parlato con mia madre, della proposta di suo padre e dei suoi fratelli di venire in Toscana per partecipare con loro all’acquisto di un podere tutto loro, case e terra, e lavorarlo insieme, per vivere.
Oggi che avrei la maturità per comprendere anche i loro silenzi, anche le parole non dette, loro non ci sono più, neppure per ascoltare le mie domande.
Di questa storia oggi resta una casa vuota e dei campi coltivati da altri, ma sono però nate tre diverse storie…
Nel confronto tra i 10 anni miei e quelli di mia figlia, è certamente cambiato il contesto sociale, non solo nella differenza tra l’essere contadino negli anni ’70 ed esserlo oggi.
E’ poi cambiato il contesto economico. Io che in casa c’era l’indispensabile, e la pista delle automobiline per befana era il massimo che si potesse sognare di poter ricevere in regalo. Agnese già da quattro anni fa equitazione, con un cavallino suo. Ci sarebbe poco da aggiungere.
Per quanto riguarda il contesto culturale?
Ecco cosa abbiamo fatto ieri:



Al mattino ho portato mia figlia a vedere, da fuori, il Castello di Montebicchieri, raccontandogli che lì dentro ho preparato gran parte del mio esame di stato per il diploma da perito agrario, e il borgo di Bucciano, raccontandogli di com’era anche solo 10 anni fa.

Nel pomeriggio siamo andati a Firenze.



Prima a visitare la Villa Medicea di Pietreta a Castello,





e poi, prendendo la nuova tramvia, siamo stati in centro.



Dopo la merenda al Mc Donald, siamo andati prima in Piazza S. Maria Novella, molto più bella e vivibile di quella che frequentavo ai tempi dell’istituto tecnico.





Poi in piazza Duomo, dove la bimba mi ha portato davanti alla porta d’oro del battistero, dove l’avevano portata in gita lo scorso anno.






Grazie a Wikipedia, consultata con l’iPhone, sia la visita alla Villa di Pietreta e al Battistero di San Giovanni, sono state arricchite da informazioni, seppur semplici e di base, ma che ci hanno permesso una giusta comprensione di quello che stavamo visitando e vivendo.

Della mia infanzia ricordo di una visita con i miei genitori al museo di Leonardo, a Vinci. Mi ricordo che mio padre mi comprò una moneta con l’effige di Leonardo, ed io pensavo che fosse antica.
Per quelli che sono i miei ricordi di quel giorno, spero per Agnese che la giornata ha passato con me ieri, valga l’emozione ed il piacere che io provai quel giorno…

Esiste però una differenza. Non ricordo di molte altre particolari giornate culturali passate con i miei genitori, mentre mia figlia il ricordo della giornata di ieri potrà confonderlo con altre dedicate alla visita di luoghi della storia.

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