alba a pierino

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sabato 3 aprile 2010

il fuoco sacro

Messa di veglia del sabato santo.


Ho scoperto la cerimonia del fuoco sacro solo due anni fa. E' così... Non apparteneva alla mia conoscenza.
Eppure stasera ho scoperto che in qualche modo, la mia vita si è incrociata con una delle storie legate a questa celebrazione.



Intanto la cerimonia è la celebrazione di un presunto miracolo.
Il miracolo della Luce Santa.

Ogni anno nella Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme si ripete un vero e proprio miracolo, meglio conosciuto come “fuoco santo”. Nel giorno del Sabato Santo, il giorno che precede Pasqua, si sviluppa una “luce santa" che i greci chiamano 'Αγιος Φως. Questo annuale prodigio è attestato anticamente da lunghissimo tempo nel mondo cristiano, è un miracolo annuale –come si diceva- il più lungamente attestato, benché l'evento sia stato documentato soltanto consecutivamente dal 1106. Nella gran parte dei paesi ortodossi l'evento è teletrasmesso in diretta ed assume una valenza simbolica e liturgica particolare nella Settimana della Passione di Nostro Signore.
La cerimonia ha inizio a mezzogiorno quando il Patriarca Ortodosso di Gerusalemme -o uno dei suoi collaboratori- recita una preghiera specifica. I fedeli riuniti allora cantano l’inno de “Il Signore, ha misericordia" (eleison di Kyrie in greco) fino a che il Fuoco Santo non discende su una lampada dell'olio di oliva tenuta dal patriarca mentre è solo nell'alloggiamento della tomba di Gesù Cristo. Il Patriarca allora emerge dall'alloggiamento della tomba, recita alcune preghiere ed illumina 33 o 12 candele che distribuisce ai fedeli.
Il Fuoco Santo in primo luogo è accennato per la prima volta a partire da documenti datati quarto secolo. Una descrizione dettagliata del miracolo è contenuta nel libro da viaggio dell’igumeno russo Daniel, che era presente alla cerimonia in 1106.
Durante i molti secoli della storia del miracolo, il Fuoco Santo si dice discendere in determinate altre occasioni, solitamente quando i sacerdoti eterodossi hanno fatto richiesta di ottenerlo. Si pensi che nel 1099 -secondo la tradizione, per esempio, l'omissione dei crociati di acquisire il Fuoco Santo ha portato ai tumulti di Gerusalemme. Inoltre è esatto che nel 1579, il patriarca armeno ha pregato –per l’intero giorno e tutta la notte- per ottenere il Fuoco Santo, ma il fuoco ha colpito miracolosamente una colonna vicino all'entrata ed ha acceso una candela tenuta in mano dal patriarca ortodosso che stava retto in piedi presso l’altro patriarca.



Fin qui la storia sull'origine di questa cerimonia, storia che però non si intreccia con la mia storia.

Ma ecco l'intreccio, dato dalla storia di Pazzino de' Pazzi:
(seconda metà dell 'XI – inizio del XII secolo) Pazzino fu un leggendario cavaliere crociato, capostipite della famiglia dei Pazzi di Firenze. La sua figura è legata alla tradizionale festa dello Scoppio del Carro.
Partecipò alla prima crociata ed è celebre la sua leggendaria scalata alle mura di Gerusalemme, compiuta a mani nude, dove coraggiosamente sarebbe stato il primo cavaliere ad entrare nella città santa, sconfiggendo e mettendo in fuga i musulmani che trovò su quel tratto di mura e aprendo la strada alla conquista della città da parte dei crociati.
Per ringraziarlo della sua valorosa azione Goffredo da Buglione gli regalò le tre schegge di silice provenienti dal Santo Sepolcro (luglio 1099).
Rientrato a Firenze il 16 luglio 1101, il valoroso capitano fu festeggiato ed accolto con solenni onori. Le tre pietre rimasero inizialmente conservate nella residenza della famiglia e quindi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta presso il Mercato Nuovo, poi rinominata come chiesa di San Biagio fino a quando, nel 1785, questa fu soppressa. Dal 27 maggio di quell'anno le sacre reliquie vennero definitivamente trasferite nella vicina Chiesa di Santi Apostoli dove tuttora sono gelosamente conservate.
Queste pietre sono di grandissimo valore simbolico per la città perché ogni anno, il giorno di Pasqua, vengono usate per accendere il fuoco che incendia il Brindellone durante la festa dello Scoppio del Carro.

I Pazzi all'inizio del 1.600 avevano esteso i propri possedimenti terrieri anche nella piana dell'Arno ad ovest della città di Empoli. Per i propri coloni aveva costruito delle abitazioni a pianta quadrata, con un'alta colombaia al centro.
Una di queste era la colonica che rappresentava l'abitazione principale del podere che mio padre e i suoi fratelli acquistarono nel '68.
Nell'immagine sotto è parzialmente coperta dal pino.

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