alba a pierino

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domenica 27 maggio 2012

la tombola alla Casa Culturale


Ci sono alcune cose che, anche se ti accorgi che sono cambiate, senti che hanno un sapore che ti ricorda qualcosa di te.
Ieri sera, nell'attesa di compiere l'impegno imprescindibile, ho scoperto che esiste ancora un sapore di cui avevo perso un po' il ricordo.
Al Circolo ARCI di San Miniato Basso, alla Casa Culturale, giocano ancora a tombola, ed è ancora seguitissima.
Gli amici del circolo addetti alla tombola, mi dicono che proprio ieri sera, ultimo sabato di maggio, era l'ultima tombola della stagione.
Riprenderanno ad ottobre, con la stagione fredda.


Rivedo vecchie facce, amatori della tombola già da quando ero ragazzo, e qualche sera venivo a giocare o a dare una mano ai tavoli, che erano lì a mettere i semini sui numeri chiamati.
Trent'anni fa non c'era la nuova sala di adesso. E mi ricordo anche l'odore amaro del fumo delle sigarette.
Mi ricordo tavoli stretti, e: —Zero, sessanta... Basta!—.
Stasera il Lippi chiama i numeri allo stesso modo, ma dietro di lui c'è un tabellone dove si illuminano i numeri chiamati.
A dire il vero me lo ricordo un tabellone con i numeri illuminati.
Mi ricordo una pulsantiera con gli interruttori a levetta, come quelli della plancia di comando di un aereo.


Salgo sul palco, accanto a colui che chiama i numeri.
La pulsantiera è nuova. Una lastra di plastica forata, con allineati i novanta numeri.
Il Lari estrae il dischetto con il numero, lo chiama, e poi lo colloca nel suo alloggio, e subito si illumina il relativo numero sul tabellone dietro di lui.




Qualcuno commenta, altri segnano in silenzio, altri ancora lo fanno dopo aver alzato gli occhi al tabellone.
La chiama dei numeri è ben cadenzata.
Sembra dare il tempo a tutti di segnare, di posizionare il cecino di plastica colorata sulla cartella, ma è anche incalzante con i più lenti.



C'è tanta gente. Alla prima occhiata le donne mi sembravano in maggioranza, ma poi mi accorgo che lo sono sì, ma non di tanto.
Sono molti quelli che hanno una certa età, ma ci sono anche dei giovani, e dei ragazzi.



La tombola va avanti, si riparte, ne giocheranno venti in tutta la sera.
Zero, settanta... Basta!— hanno fatto cinquina.
Primo numero per la tombola: ... sessantasette, sei sette...—, riparte il banditore.
Tiramelo!—, esclamano pronti dal pubblico.
Tutti ridono, e un altro numero viene subito chiamato.


Agli amici della tombola chiedo se posso far foto.
Magari non mi aspettavo un no, ma neppure che la cosa venisse presa con entusiasmo, ed invece così è stato.
E come si sono divertiti, gli appassionati della tombola, a farsi fotografare.
Non solo si mettevano in posa, ma mi chiamavano anche.



Che piacere, e che educazione allo stare insieme, a socializzare, ad essere parte di una cosa comune.
Di far parte di un paese, e delle cose che lo tengono insieme.



Bravi a tutti, ma soprattutto a coloro che si divertono a giocare a tombola.
Ad un tavolo chiedo: —Si vince?—.
Ci hai sentito forse gridare stasera?—, mi rispondono con il sorriso.

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