alba a pierino

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martedì 7 febbraio 2017

gli orti del Parnaso, Firenze



Stamani, dopo un appuntamento di lavoro, mi sono trovato a passare da via Trento. Avevo notato più volte l’elegante cancello ed il suggestivo belvedere che si apriva oltre di esso.





Oggi ne ho approfittato per visitare quest’angolo di Firenze. Da qui si accede agli Orti del Parnaso, la parte più alta del giardino dell’Orticultura, una splendida terrazza che si affaccia su di una vista meno consueta della città, rispetto al Forte Belvedere o al Piazzale Michelangelo.


Dal piccolo giardino, contornato da alti pini, scende una scalinata, lungo la quale si snoda una fontana a forma di  drago, con cui è possibile raggiungere il parco dell’Orticultura e il suo famoso Tepidarium.



Il Parnaso, leggo sul mio web-in-tasca, indica un monte della Grecia centrale, nell’antichità ritenuto sacro al dio Apollo e alle nove Muse che proprio qui avevano una delle loro sedi, un massiccio montuoso dal quale sgorgava la fonte Castalia, passaggio per gli inferi nonché sorgente di purificazione.

Leggo anche del drago di pietre e cemento, completato nel 1990 su progetto di Marco Dezzi Bardeschi. Rappresenterebbe il mito di Pitone, un mostruoso serpente figlio di Gea, impastato col fango del Diluvio, che con le sue spire poteva avvolgere sette volte la città di Delfi e il suo alito era talmente pestilenziale da far seccare tutte le piante con cui entrava in contatto. Fu il dio Apollo a ucciderlo proprio sul monte Parnaso, nei pressi dell’Oracolo di Delfi, e in suo onore vennero istituiti i giochi pitici, festività sacre dell’antica Grecia.


In un’aiuola, sopra una pedana, rivedo il vecchio Taxi Milano 25 della mia amica Zia Cristina, che tanti suoi eroi ha trasportato.


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